Trieste, 08 febbraio - Questa notte la solita ignota mano vigliacca ha imbrattato la Foiba di Basovizza con scritte rievocanti i vecchi slogan degli infoibatori Jugoslavi di Tito. Ma quanto accaduto oggi è solo l’ultimo tassello di un percorso che ha portato gli jugo-nostalgici a sentirsi liberi di agire.
Qualche anno fa l’incontro tra il Presidente della Repubblica Italiano e quello Sloveno ha segnato un punto di svolta importantissimo. A dispetto di chi ci vedeva un segnale di distensione, c’era chi, invece, era convinto che la stretta di mano tra i due davanti alle tombe dei terroristi del TIGR avrebbe legittimato ancora di più l’odio anti italiano e le jugo-nostalgie dei soliti titini locali.
Possiamo dirlo, a distanza di anni, che avevamo ragione noi.
Quanto successo oggi alla Foiba è solo uno dei tanti effetti legati a quella giornata. E ciò ben si lega con la CGIL che organizza conferenze col sedicente storico Eric Gobetti, con il primo maggio che a Trieste diventa la celebrazione dei 40 giorni di occupazione, con assurde equiparazioni tra Norma Cossetto e Milojka Strukelj, con la cartellonistica divelta e mai ripristinata all’Abisso di Plutone e così via.
La profanazione della Foiba, quindi, segnala che la situazioni di oggi è di gran lunga peggiore di quella di qualche decennio fa. La mano che ha agito è stata legittimata da quelle stesse istituzioni che auspicavano la pacificazione nazionale. E allora, con la stessa solerzia con cui quel giorno si sono fatti balletti e ci si sono scambiati baci e abbracci, oggi ci aspettiamo delle condanne nette da parte del mondo istituzionale a partire dalla più alta carica dello Stato.
Condanne che devono rimettere un confine chiaro tra vittime e carnefici, tra innocenti e assassini.
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